Lo abbiamo visto nella serie tv Prime Video High & Low, ci ha stregati lo scorso Gennaio con la sua Artisanal sfilata Haute Couture di Maison Margiela per la primavera estate 2024 e continua a far parlar di sé anche adesso che ne ha lasciato il trono di direttore creativo: sto parlando di John Galliano designer del genio e sregolatezza d'eccellenza di questi ultimi decenni.
Ma chi è John Galliano?
Era il 1980 quando entrò nella prestigiosa Central Saint Martins di Londra e scoprì la passione per i costumi d'epoca: quattro anni più tardi la sua collezione di laurea ispirata alla Rivoluzione Francese, Les Incroyables, venne immediatamente acquistata da una prestigiosa boutique londinese, Nel 1985 fondò il suo omonimo marchio John Galliano.
Fa parte di quei pochi couturier che hanno reso il loro nome leggendario grazie a collezioni rese vere e proprie opere d'arte, agli show indimenticabili che li hanno accompagnati ed alla figura da iconoclasti che hanno incarnato nella loro carriera, paragonabile quindi a nomi come Alexander Mcqueen, Thierry Mugler e Jean-Paul Gaultier.
Fa anche parte dei Fantastic Four della moda, descritti nella docu serie Kingdom of Dreams (John Galliano, Alexander Mcqueen, Tom Ford e Marc Jacobs) serie che racconta il cambiamento di alcuni marchi di moda tra gli anni '90 e gli inizi del 2000 e l'ascesa dei magnati del lusso François Pinault e Bernard Arnault grazie alla scelta di questi nuovi creativi.
Per chi ha lavorato John Galliano?
Dopo aver fondato il suo brand nella seconda metà degli anni '80, Galliano attirò l'attenzione di critici e addetti ai lavori grazie alla sua visione iperrealista e teatrale della moda, ma fu il suo ingresso nelle grandi maison a consacrarlo come uno dei più grandi stilisti degli ultimi tempi.
Nel 1995 LVMH lo nomina direttore creativo di Givenchy, diventando il primo stilista britannico a dirigere una casa di moda francese. Solo due anni dopo, passò a Dior, dove rimase dal 1996 al 2011. Durante la sua direzione, Galliano diede voce al suo massimo estro creativo, ridisegnando il DNA dello storica maison del New Look, creando collezioni che mescolavano la storia della moda e del costume, a storie leggendarie ed a riferimenti culturali e personali.
Lo Stile Galliano: Tra Teatro e Haute Couture
Dai costumi settecenteschi alle influenze orientali, Galliano ha sempre saputo reinventare il passato per creare qualcosa di contemporaneo.
Grande amante del teatro e del costume scenico, e la sua abilità tecnica fatta di tagli sartoriali impeccabili, tessuti pregiati e una cura maniacale per i dettagli, le sue creazioni sono state elevate a opere d'arte che esaltano la bellezza e la complessità della figura umana.
La sua figura di showman della moda non è stata purtroppo esente dagli scandali: Nel 2011 perse il suo posto in Dior, seguito poi da un periodo di riflessione e riabilitazione che lo vedrà 3 anni più tardi nuovo direttore creativo di Maison Margiela, brand noto per il suo approccio concettuale e avanguardistico, fondato dallo stilista belga Martin Margiela nel 1988. Qui, ha saputo reinventarsi, mantenendo intatta la sua vena creativa ma adattandola alla filosofia decostruttivista della maison.
Artisanal l'ultima sfilata by Galliano mandata in scena lo scorso Gennaio per Maison Margiela, presentata durante la settimana dell’Haute Couture nel gennaio 2024, è stata un capolavoro che ha unito alta moda, arte e narrazione teatrale. L’ambientazione era suggestiva: sotto il Pont Alexandre III a Parigi, trasformato in un cabaret decadente degli anni ’30, con luci soffuse e un’atmosfera gotica, quasi spettrale.
Ispirandosi palesemente alle bambole di porcellana, temi come la vulnerabilità e la seduzione. I volti delle modelle avevano un trucco che imitava la pelle lucida e immacolata delle bambole, mentre gli abiti esaltavano un dualismo tra romanticismo e sensualità. I materiali erano innovativi e sperimentali: organza trasparente, latex drappeggiato e dettagli cuciti con precisione artigianale, mescolati a tagli asimmetrici e silhouette fluide.
Non si è trattata di una semplice passerella, ma di una vera performance teatrale, dove il movimento degli abiti raccontava una storia, che invitava gli spettatori a riflettere sulla fragilità e la bellezza dell’imperfezione.
Questo show è stato un tributo alla creatività senza confini, consacrando il savoir-faire di Galliano.
Distruggere per ricreare
Margiela ha sfilato sporadicamente negli ultimi anni, in linea con gli impegni di Galliano piuttosto che con il calendario della moda. Ciò ha contribuito a rendere la maison ed il nome dello stilista ancor più carichi di aura e fascino. Poche ma buone direi!
Ciò che accomuna l'arte di John Gallliano alla creatività decostruttivista di Martin Margiela sono sicuramente l'anticonformismo e lo smontaggio sapiente di ogni elemento certo al fine di ricreare nuova vita dai suoi resti; Margiela mostrando le strutture interne e proponendo una visione sovversiva degli abiti, Galliano con collezioni eccentriche che spesso raccontano storie elaborate.
In un’industria sempre più soggetta ai repentini cambi di poltrone, al profitto ed al fatturato, il nome di John Galliano resta immutato, grazie alla sua creatività e ad una dose di sana follia.
Non ci resta che chiederci quali saranno le sue prossime mosse ed in quale direzione creativa approderà. Gira voce sul web che potrebbe essere richiamato alla corte di Dior.
Voi cosa ne pensate di questa teoria?
Vi aspetto nei commenti
Comentários