RACCONTANDO DI MODA CON MARIA LUISA FRISA
- Valentina Maugeri
- 13 gen
- Tempo di lettura: 6 min
Aggiornamento: 7 apr
"La moda è restituzione del nostro tempo."
E' stata questa una delle frasi che meglio ha descritto i temi che venerdì 10 Gennaio 2025 sono stati affrontati presso l'Accademia di Belle Arti di Catania in un incontro speciale raccontando di moda con Maria Luisa Frisa, critica di moda e curatrice d'arte, evento curato dalla prof.ssa Laura Barreca e che ha visto l'intervento del prof. Vittorio Ugo Vicari, la prof.ssa Sabina Albano e la prof.ssa Laura Mercurio, organizzato in occasione della nuova pubblicazione “I racconti della moda”, edito da Einaudi.


Io sono Valentina Maugeri, pseudo fashion blogger, studentessa di fashion design e appassionata di stile e comunicazione
Da poco più di un anno ho fondato Dialoghi di Stile con l'obiettivo di far trasparire la mia visione del mondo della moda, dello sviluppo dello stile personale e di rendere questi complessi concetti più fruibili per voi tutti.
Chi è Maria Luisa Frisa?

L’evento ci ha donato la possibilità di comprendere il mondo della moda attraverso la voce di una delle studiose italiane più autorevoli nel contesto artistico e del fashion system, che partita da una formazione ibrida tra arte e musica nella Firenze degli anni ‘80, è approdata nel mondo della moda collaborando con stilisti come Giorgio Armani, quando questo nel 1987 la scelse per il suo progetto “Emporio Armani Magazine”; nel corso della sua lunga carriera ha fondato il corso di laurea in Design della moda e Arti Multimediali presso l'Università Iuav di Venezia, dove dirige la rivista "Dune: Scritture su moda, progetto e cultura visuale" edita da Flash Art, ha curato molte mostre come "Gucci Garden" in collaborazione con Alessandro Michele nel 2018, ha poi intervistato molti designer internazionali di ieri ed oggi come ad esempio Raf Simons, e ad oggi è impegnata non solo nella presentazione di questo nuovo libro, ma anche raccontando fi moda nel podcast "Sailor: Anatomia del corpo attraverso la moda" insieme a Chiara Tagliaferri e come curatrice di “Memorabile Ipermoda” la mostra che a Roma ha aperto i battenti circa un mese fa e che racconta attraverso abiti, accessori ed immagini, gli ultimi 10 anni della storia della moda, in un percorso che invita lo spettatore a riflettere sui concetti esaminati dai fashion designer contemporanei.
"I racconti della moda"

“I racconti della moda” è una raccolta di “appunti, divagazioni e scarabocchi”, come ella stessa li ha definiti, seguiti da una riflessione di Frisa il quale obiettivo è quello di rappresentare il rapporto complesso, a volte insito o indiretto, che ciascun individuo ha con la moda; un rapporto ora individuale ora collettivo, ora di rivendicazione ora di conformismo.
Ha dichiarato che è stata la stessa casa editrice Einaudi a proporle espressamente di realizzare questa opera, e che ha trascorso circa 1 anno tra ricerche, analisi, letture e riflessioni per giungere alla realizzazione di questo libro.
Ha deciso di partire dalle parole di Paola Colaiacomo che racconta la figura di Leigh Bowery, chiudendo la raccolta con un racconto che si basa sulla fatidica domanda “com’eri vestita?”.
Vi è anche un racconto inedito di Michela Murgia, che non era mai stato pubblicato e che la Frisa ha raccontato di aver ottenuto grazie al suggerimento di Simonetta Bitasi.
Il racconto in questione riguarda una coppia che riscopre la passione attraverso il ritrovamento di un baule di abiti vistosi e pregiati nella soffitta della loro nuova abitazione, dando inoltre una continuità ed una nuova vita a questi ultimi.
Tramandare per trasformare l'abito in storia
-“La moda definisce i nostri corpi ma allo stesso tempo siamo noi come corpo in una storia che cambiamo e la trasformiamo: c’è quindi un doppio movimento”- ha affermato più volte Frisa durante il dibattito in Accademia, confermando come ciascuno di noi influenza la moda, il potere che diamo agli abiti che scegliamo di portare e la conseguente immagine che gli altri si fanno di noi.
C'è stato spazio anche per parlare di abiti tramandati e riscoperti, collegandoci al racconto di Michela Murgia, e di come questi continuino ad avere vita anche dopo di noi.
La stessa Murgia in occasione dei suoi 50 anni organizzò un evento privato in cui regalò i suoi abiti a degli amici allegando una frase a ciascuno, al fine di dare una continuità totale.
Lo stesso fa l’artista Bowery quando si rende conto di avere l’AIDS iniziò il suo processo di “lascito”, rappresentato poi dai dipinti di Lucian Freud.
Dopo la sua morte, su suo volere, vennero messi in mostra i suoi effetti personali, e consecutivamente anche in palio i suoi abiti, affinché qualcuno potesse portare a casa un pezzo della sua storia.
All’interno c’è anche una novella di Bell Hooks scrittrice e femminista afroamericana scomparsa nel 2021, il cui racconto è basato sulla figura di una donna che vive il tessuto da un punto di vista erotico, il cui titolo è Una ragazza a cui il sesso piace di più con i vestiti addosso.

A tal proposito, una delle domande rivolte alla Frisa da parte del prof. Vicari è stata: "Qual è il rapporto tra il corpo ed il tessuto prima di essere vestito?"
La domanda ha condotto alla riflessione che la pelle è uno degli elementi del nostro corpo più sensibile, che tutto registra subito.
La materialità di un abito è quindi molto impattante anche sul nostro desiderio; materiale, forma e sensazioni che riesce a donare.
Frisa ha anche riflettuto sul punto che come ci vedono gli altri è molto impattante nella nostra vita, ed è anche per questo motivo che le nostre scelte non andrebbero trascurate e che dovremmo smetterla di comprare, anzi accumulare vestiti, per il solo obiettivo di coprirci e proteggerci.
Esiste una nostra identità rispetto alla moda?
Domanda che ha ricollegato nuovamente al concetto di tramandare la moda.
Frisa riflette anzitutto su come la moda sia rappresentativa dell’identità di una cultura da sempre.
-“Tramandare è una reliquia, un feticcio”- afferma la Frisa, cosa che vale sia per chi possiede un dato abito o oggetto, ed anche per chi la moda la crea.
Oggi viviamo la storia della moda attraverso il recupero degli archivi; i direttori creativi continuano questo racconto che é la moda anche rispetto al valore emotivo di un marchio, attraverso rivisitazioni in chiave contemporanea di quelli che sono i principali codici di una maison o attraverso il recupero di una storica collezione intera
"La moda costruisce la sua storia futura attraverso la storia passata”
Frisa ha anche sottolineato come la moda di oggi non è prevedibile, anche se per alcuni al momento è “di tendenza” affermare il contrario.
"Il tema della copia non è esatto, la moda guarda a se stessa e si rinnova"; Frisa ha anche dichiarato che a tal proposito ciò che le interessa nella sua ricerca è la riflessione che si fa sulla moda, come ad esempio i nuovi direttori creativi si rapportano alla progettazione attraverso il recupero degli archivi.
"La moda è la produzione di un oggetto che trascende, oggetto che per me rappresenta qualcosa in quel momento."
Giungiamo al dunque anche con una riflessione su quello che il nostro stile, fatto di una serie di elementi che ci rappresentano e che ci accompagnano nella vita.
Noi tutti seguiamo la moda quando scegliamo un determinato capo, a cui attribuiamo un potere, un aura, un desiderio, che diventa feticcio, che racchiude una storia e diventa quasi un pezzo da collezione oltre che un prodotto da inserire dentro il nostro armadio, e da indossare fieramente, anche se magari non è il capo che ci valorizza di più.
Quando invece il capo in questione ha una storia, ci piace, valorizza in tutte e per tutto la nostra immagine, il potere lo acquisiamo noi e non più l’abito.
La moda passa e ritorna, adattando quella che é stata un tempo alle evoluzioni dell’oggi.
Quindi sì, esiste ancora una nostra identità rispetto e con la moda io aggiungerei.
Adesso è il momento di dedicarci alla lettura della sua opera per comprendere meglio i temi affrontati durante questo evento e la moda dal punto di vista di un intellettuale visionaria dal quale possiamo apprendere tanto.
E' stato un onore per me poter conoscere in prima persona una grande del panorama italiano come Maria Luisa Frisa.

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