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Immagine del redattoreValentina Maugeri

PIU' PINK PER TUTTI

Aggiornamento: 3 dic 2023

I’m a Barbie girl, in the Barbie world… it’s a Pink!


Ciao amici!

Come state? Spero bene davvero, anche se ieri è stata una giornata "particolare" un po' in tutta Italia. Voglio definirla "particolare", senza dilungarmi molto.

Purtroppo quella attuale è più un’estate “rossa” viste le vicende allarmanti accadute in tutta Italia, più che rosa barbie, come invece quella che sta interessando il mondo del web in questi giorni.


Ma distraiamoci tornando a parlare di cose allegre, di moda e di colore!


Più che del #Barbiecore, argomento che molti di voi pensavano volessi affrontare, da come emerge dalle risposte al box domande di IG, voglio oggi parlarvi della storia del colore più discriminato di sempre: il rosa le sue sfaccettature, che si scinde da Barbie e dalle tendenze dell’ultimo periodo.





IL ROSA NELLA STORIA DELLA MODA


Come tutti sappiamo, il rosa deriva dal rosso, mixato ad un’alta percentuale di bianco; il rosso in passato era indice di potere, forza e virilità, oltre che associato alle famiglie nobili ed alla loro facoltà di poter acquistare capi realizzati con la lussuosa porpora di tiro.

Da ciò potete intuire come il rosa non veniva visto molto diversamente.


Tra il ‘400 ed il ‘500, le nuove sperimentazioni tessili e le novità provenienti dal Nuovo Mondo, portarono all’introduzione di nuove sostanze naturali per tingere i tessuti, tra questi il Sandalo Rosso del Brasile, che pareva avere un effetto più tenue e luminoso del classico porpora o del rosso ottenuto dalla cocciniglia.

La “tendenza” di vestirsi di rosa si diffuse rapidamente ed indistintamente tra i due sessi, mentre i bambini, soprattutto se neonati, vestivano sempre di bianco, quale simbolo di purezza, ma anche per la praticità di lavare i panni bianchi.

Tra il ‘600 ed il ‘700 la sua usanza divenne sempre più in voga, soprattutto con i vezzi tipici del periodo Barocco e Rococò; gli uomini dell'epoca, amanti del trucco, delle parrucche, dei pizzi e dei fiocchetti non disdegnavano di certo un colore così frizzante derivante dal rosso!




Nella seconda metà dell'800 poi avvenne la prima distinzione di tinte pastello da associare a bambini di sesso differente, ma a quanto pare, come riportato su una famosa rivista per abbigliamento infantile denominata "Earnshaw’s Infants’ Department": «la regola comunemente accettata è che il rosa sia per i bambini, il blu per le bambine. Questo perché il rosa è un colore più forte e deciso, più adatto ad un maschio, mentre il blu, che è più delicato e grazioso, è più adatto alle femmine». Come già detto il rosa veniva visto più vicino al rosso, mentre il blu veniva associato alla calma, alla delicatezza, oltre che al velo con cui veniva rappresentata la Vergine Maria.


Beh, pure questa spiegazione la trovo alquanto maschilista e discriminatoria, non di certo una consolazione alla visione attuale!


Ma allora, come siamo arrivati ad associare il rosa esclusivamente al sesso femminile ed a ritenerlo quasi un colore debole e frivolo?


Tutto è iniziato nella seconda metà del '800, quando la moda maschile attraversò quello che può essere definito il suo "Medioevo", vestendo prevalentemente tinte scure e neutre, mentre le donne continuarono ad usare tinte pastello o brillanti.

Esempio molto realistico è la famosa serie tv di Netflix Bridgerton!


LA DISCRIMINAZIONE DEL ROSA


Perché, fino a poco tempo fa , una bambina che indossava un vestitino azzurro ci appariva come normale mentre un bambino, o meglio ancora un adolescente o un uomo adulto, che indossavano una nuance di rosa venivano guardati con sguardo inorridito o di demenziale divertimento?


Ho voluto usare il verbo al passato, ma forse sarebbe stato più corretto al presente.


Questa visione nasce nella società dei consumi del Secondo Dopoguerra: Il rosa viene identificato definitivamente per le donne negli anni ’50, diventando pervasivo e onnipresente non solo nell’abbigliamento femminile, ma anche nei beni di consumo, negli elettrodomestici, nelle riviste e nelle pubblicità dedicate alle donne. Barbie è stata introdotta nel mercato proprio in quegli anni. A questo immaginario contribuì anche il famoso abito rosa indossato da Marylin Monroe nel celebre "Gli Uomini Preferiscono le Bionde" consolidando la sessualizzazione del rosa.




Ci sembrano tempi passati quelli in cui il rosa veniva categorizzato come colore debole, frivolo ed unicamente per le femminucce; ma bè ancora oggi si organizzano i tanto amati Gender Reveal Party dove, per distinguere il sesso del futuro nascituro, vengono usati celeste per indicare se è maschio e rosa per la femmina.


Lo trovo alquanto imbarazzante. Possiamo davvero vantarci di esserci evoluti!


E come dimenticare il "fattaccio" delle mascherine FFP2 risalente ad un anno e mezzo fa, quando il il Sindacato Autonomo di Polizia protestò contro il colore delle mascherine FFP2 fornite agli agenti di alcune questure, definendole indecorose per la divisa.


Proprio in quel periodo intervenne Pierpaolo Piccioli in Valentino ed il suo PPink Valentino, come in risposta di scatto ai titoli di giornale di quei giorni, come se tutto fosse già previsto!


Piccioli con la sua FW 22-23 lanciò un chiaro messaggio di inclusività e di ribellione a 360 gradi: uno schiaffo alla noiosità maschilista, al periodo di chiusura e monotonia dovuto dalla pandemia degli ultimi anni; un colore che illumina i tempi bui che stiamo vivendo.

Piccioli ha disegnato una collezione monocromatica rosa, scegliendo una nuance gioiosa, da protagonista, spezzata solo da una serie di proposte monocrome nere.

Un sovvertimento alla classicità del rosa. Un inno all'amore ed alla bellezza, che non devono mai esser messi da parte, neanche nei momenti più bui.

Che incanto quella sfilata!


Moodboard by Valentina Maugeri


Ancora oggi un uomo con una maglietta rosa (a meno che non si tratti di un giocatore del Palermo) può essere considerato “meno autorevole” - perché l’autorevolezza è una caratteristica tutt'ora maggiormente attribuita solo agli uomini. Ed allo stesso modo, una donna che vuole essere definita “più autorevole”, è quasi sempre costretta ad arginare la sua femminilità e ad evitare il rosa.


Effettivamente ci avete fatto caso che prima del 2022 si vedeva in giro pochissimo rosa e fuxia tra noi donne? Quasi a volerlo allontanare dalle nostre vite.


IL FENOMENO BARBIE


E da questi ultimi giorni invece, il rosa sembra essere tornato nostalgicamente nelle nostre vite grazie al film di Barbie al cinema!


Che burattini in mano alle tendenze che siamo a volte!!


Eppure però è un colore bello e contradditorio allo stesso tempo.


Il rosa è associato a una vasta gamma di significati simbolici, tra cui romanticismo, gentilezza, dolcezza e purezza. Allo stesso tempo, il rosa può essere interpretato anche come un colore vulnerabile e fragile, frizzante ed allegro.

Ma al di là delle visioni comuni, come ci insegna la storia e le lotte contro le discriminazioni degli ultimi anni, il rosa è il colore più democratico e fluido.


E' un colore straordinario che ha giocato un ruolo significativo nella storia umana. Da simbolo di forza e poi rinascita , a simbolo di glamour e sfarzo, il rosa ha attraversato secoli di cambiamenti e interpretazioni. Ha assunto ruoli diversi nella società, dalla politica all'attivismo, e continua ad essere un colore intramontabile nella cultura popolare.



Per quanto possiamo provare a "scacciarlo" è stato e sarà sempre un grande protagonista delle nostre vite, indifferentemente dal nostro genere di appartenenza.


Poi certo eh, non sta bene a tutti, ma il segreto è saperlo indossare nel modo giusto e scegliere la giusta nuance.


E voi lo indossate comunemente?


Cosa ne pensate degli stereotipi legati a questo colore?


Fatemelo sapere nei commenti!!


Un bacio💕















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