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Immagine del redattoreValentina Maugeri

MARY QUANT ED IL FEMMINISMO NELLA MODA

Icona della Swinging London degli anni ‘60, volto e rappresentante della nuova estetica androgina femminile di quegli anni, imprenditrice eclettica ed inarrestabile: sto parlando di Mary Quant, scomparsa pochi giorni fa dopo una vita immersa nella moda e nel design.




E' stata poco celebrata dal mondo della moda e mi chiedo ancora il perché, visto il forte impatto che ha avuto per l'evoluzione di essa, per la nascita dello street style e per l'emancipazione femminile, dando voce ad un'intera epoca che stava stravolgendo usanze e costumi.


In primis io, ho scoperto il suo nome solo durante i miei studi in fashion design, ma ho sviluppato subito di lei l'immagine di una paladina della moda, forte e ribelle, proprio come trasmetteva il caschettino "a scodella" che ha portato per tutta la vita.


Ritengo che sia stata la madre del passaggio dalla moda alle "mode", vista anche la vicinanza con i nostri giorni e allo stile proposto, più in linea con quello della generazione attuale.


Ma chi era Mary e qual è stato il suo contributo all'evoluzione della moda?


Come Coco Chanel, Mary aveva liberato le donne dalle costrizioni a cui il buon costume le assoggettava da secoli, in un periodo di trasformazioni radicali, di cui Londra ne fu fiorente protagonista: erano gli anni dei Beatles, della Pop Art e della Op Art, delle prime installazioni, degli "happening" per strada, della rivoluzione sessuale, dei grandi fotografi di moda, della diffusione dei grandi magazzini.


In questo contesto sociale, Mary a soli 16 anni inizia a condurre una vita "bohémien" e nel frattempo nacque la sua passione.

Dopo gli studi in illustrazione, a cui in realtà era stata indotta dai genitori, si immerse in quell'agognato mondo della moda che la indusse dapprima a lavorare come apprendista per un noto modista dell'alta classe della Londra degli anni ‘50, e successivamente ad aprire la sua Bazaar, una boutique-ristorante all'avanguardia dove vendeva capi creati da altri designer, nella King's road, simbolo della nuova moda londinese.




Le scelte di stile e il linguaggio di moda professato dalla Quant riscossero in breve tempo molto successo, al punto che decise di mettere in pratica le sue doti in illustrazione e di proporre le sue idee: freschezza, audacia, colore, erano gli elementi protagonisti delle sue collezioni, in risonanza con quello che i giovani londinesi chiedevano.


Quelli erano anche gli anni in cui arrivò la prima pillola anticoncezionale e l’universo femminile si riprende il potere, anche sul proprio corpo; nacque così la minigonna, anche se, secondo il parere di alcuni, la sua nascita è dovuta ad Andrè Courrèges o ad un altro designer inglese, John Bates, che pare aver contestato in prima persona la paternità del capo.


Resta però il fatto che Mary Quant diede un’anima a questo capo divenuto simbolo dell’emancipazione femminile e della sempre più crescente libertà delle giovani donne, perché i vestiti sono la dichiarazione di "quello che sei o vuoi essere”, di cui ella stessa ne fu protagonista in prima persona e che indossava abbinata ai coloratissimi collant e stivali in PVC, quest'ultimo materiale che la Quant sperimentò tra i primi.


Sosteneva che non fu lei ad inventare la mini, bensì le ragazze che frequentavano il suo Bazaar, che chiedevano di accorciare sempre più gli orli: infatti, la prima minigonna era semplicemente 2 o 3 dita al di sopra del ginocchio, poi il desiderio comune portò ad accorciarla sempre di più, fino a metà coscia.


Forte è stato il contributo della modella Twiggy che rese la minigonna e in generale lo stile della Quant popolare in tutto il mondo.


Tutto ciò che era corto e che liberava i corpi (e le menti ) interessava alla Quant, tanto che successivamente inventó gli hot pants, spesso incorporati o indossati sotto alle super minigonne, oltre che ai minidress secondo le forme ed i colori dell’epoca.


Super fan dei Beatles, altre icone della Swinging London, nel 1966 ricevette da parte della Regina Elisabetta l’onorificenza di Cavaliere della Corona Britannica, proprio un anno dopo dalla sua band preferita.


E oltre la minigonna?


Il lavoro della Quant, il suo stile e il mood della sua apprezzatissima boutique ebbero una “voce” forte in tutto il panorama inglese, anche se poi dovette affrontare i repentini cambi di stile e mode che in quegli anni di rivoluzioni giovanili mutavano velocemente. Nonostante l’evoluzione dei gusti sociali, il suo design ed il suo messaggio di emancipazione resistette, adattandosi alle richieste del pubblico, a dimostrazione della sua ecletticità: fu una delle prime stiliste a proporre look androgini e colorati adatti sia all'universo maschile che a quello femminile.


Sapevate che Mary è stata anche una grande appassionata di make up?


Audace e sbarazzina la sua moda quanto il suo trucco: annoiata dal classico classico rossetto rosso abbinato con ombretto celeste (scusate, sbocco solo all'idea!), propose colori sgargianti, lentiggini disegnate, ciglia finte da tagliare e applicare.


Nel 1966 lanciò una linea di cosmetici e dagli anni '80 in poi scrive diversi libri di make up: Colour by Quant (1984), Quant on Makeup (1986).

Negli anni '90 scrive anche The ultimate Beauty book (1996) e Classic Makeup & Beauty book (1998).

È possibile trovare la maggior parte di questi titoli su Amazon, di cui alcuni in lingua italiana.






Perché è stata poco celebrata?


E' una domanda che mi pongo da giorni. Forse in quegli anni il mondo della moda era inconsapevolmente ancora troppo concentrato sulle idee rivoluzionarie proposta da Coco Chanel, che criticò spesso Mary Quant, o forse la moda aveva rivolto i suoi riflettori sulla nuova visione di donna futuristica che proveniva dagli proposte di stilisti uomini, quali Paco Rabanne e Yves Saint Laurent.


Probabilmente nessuna di queste due è la risposta esatta, ma non vi è neanche una risposta sbagliata!


Nessuna come lei, nella Londra di quegli anni, è stata capace di interpretare i desideri dei giovani e delle donne, e di metterci la faccia in prima persona per ciò in cui credeva.


"Il punto centrale della moda è rendere i vestiti alla moda disponibili a tutti"

-Mary Quant


Grazie di tutto Mary!




Se volete conoscere anche voi meglio la storia di questa particolare stilista, che ci ha lasciati pochi giorni fa vi consiglio di vedere il docufilm di Sedie Frost "Quant", arrivato qui in Italia nel 2022 e su You Tube potete trovare alcuni video riguardanti la retrospettiva che il Victoria & Albert Museum di Londra le ha dedicato nel 2019.








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