Quando riusciamo a dialogare davvero con noi stessi e con il resto che ci circonda? Quando riusciamo a dar voce al nostro essere?
DIALOGHIAMONE!
Continuiamo con la rubrica "Dialogando", con dei nuovi quesiti che ultimamente mi sono posta in un dialogo costante con me e con voi.
Potrà sembrare apparentemente un monologo visto che stavolta la protagonista fotografica di questo articolo sono;beh diciamo che avevo perso solo tempo ad inserire i miei look nei post del mio blog vista la mia non sconosciuta vanità! Ahah
Ci siamo mai chiesti se possiamo davvero definirci liberi di vestirci sempre come vogliamo?
Ci siamo mai chiesti qual è l’ispirazione che ci guida nella scelta del look da adottare per un determinato momento o evento?
Sicuramente tra le risposte abbiamo esprimere la nostra individualità, impressionare gli altri, sentirci più sicuri di noi stessi.
Lo stile che scegliamo rispecchia il nostro modo di pensare e di vivere. Studi sociologici lo confermano: la percezione di un individuo dipende spesso dall’immagine che dà di sé.
Ma in una società dove l'immagine è tutto, dove spesso le idee che dilagano comunemente prendono il sopravvento, portando a delle forme di pregiudizi più o meno forti, ci sentiamo davvero liberi di esprimere noi stessi al 100%?
Me stessa (mentre faccio finta di essere felice di lavorare vestita in total black e camicia bianca)
Mi sono resa conto spesso che la vita quotidiana ci porta a soffocare il nostro stile, e quello che vorremmo esprimere, ad esempio quando ci troviamo a lavoro, dove molti passano gran parte delle loro giornate, luoghi nel quale vengono imposte delle specifiche divise o dei codici di abbigliamento da rispettare.
In questo caso non possiamo svincolarci, al massimo possiamo cercare dei compromessi.
Ma nel tempo libero invece? Esprimiamo noi stessi davvero? Quando ci troviamo in quegli eventi che richiedono uno specifico dress code, o nei longue bar a far serata dove è richiesto un certo codice da seguire, o dove ci sentiamo in dovere di apparire quanto più fighi possibili ci stiamo davvero abbigliando in maniera libera esprimendo il nostro essere?
La vera sfida è contrastare il flusso costante dei trend del momento provenienti dalle molteplici passerelle o i giudizi provenienti dall'esterno, e dall'interno in alcuni casi?
Dall'interno sì! Spesso siamo noi stessi a limitarci, a diventare i peggiori nemici di noi stessi e questo si riversa anche nelle scelte di stile che facciamo.
Abbiamo paura di essere troppo osservarti, o alle volte di passare inosservati, di sentirci fuori luogo e di essere automaticamente scartati "dal gruppo".
L'ambiente che ci circonda si aspetta costantemente qualcosa da noi e questo il nostro cervello lo sa, attivando un meccanismo automatico di limitazione alle volte.
Le mode passano e sono cicliche: si chiama flusso costante delle mode, che vanno e poi tornano a distanza di tempo. Quello che acquistiamo e scegliamo di indossare per partecipare ad una serata in discoteca o nel localino fighettino di turno è il prodotto del contesto sociale e culturale che appartiene ad un determinato luogo; la libertà ne è assoggettata quindi.
Me medesima ( in un momento di pura spensieratezza con i capi che mi piacciono)
La moda è varia, multipla, e si adatta di luogo in luogo in base alla cultura, ai valori ed alle idee che circolano all'interno di una specifica città o paese.
Al di là di quella che può essere la sfera personale, mi vengono in mente i trend provenienti dall'universo gender fluid: qui al Sud Italia continua a dilagare (ahimè purtroppo) una remota idea della mascolinità, lontana dalla maggior parte dei trend internazionali proposti per la moda uomo, che a nostro dire, rimane ancora molto standardizzata.
Le richieste di mercato sono ciò che impongono a gli shop di proporre determinati capi rispetto ad altri, ed il gender fluid sembra aver conquistato il guardaroba delle donne, che già da anni rubano dagli armadi degli uomini smoking, camicie over size, pantaloni a sigaretta e cravatte. Perché?
La risposta a tale quesito credo che l'avete già in mente; diciamo che non è questa la sede giusta per parlare di misoginia e mascolinità tossica, di cui sono vittime proprio gli uomini per primi.
Seguire le mode fa parte dell’ordine culturale del mondo e generalmente scegliamo noi quali trend si adattano meglio al nostro stile personale tra tutti quelli a disposizione.
La ricerca del proprio io è un percorso interiore, un viaggio dentro la nostra complessa psiche e la moda diventa un mezzo attraverso il quale avventurarci, che può portare a conoscerci meglio solo se permettiamo ad essa di guidarci ed al nostro essere di fluire liberamente.
Come tradurre i propri valori o la propria fantasia nello stile? Come svincolarci dal pregiudizio delle nostre menti e da quello proveniente dal contesto nel quale viviamo? Pensiamo a quello che amiamo per definire come possiamo, e vogliamo vestirci, ma soprattutto sentirci.
Tutto ciò che fa parte di noi ci deve caratterizzare anche fuori.
Me medesima (nel giorno più bello, nei capi e nello styling progettati da me per me!)
Non lasciamo che il mondo esterno ci influenzi a tal punto da dimenticare ciò che amiamo, ciò che vogliamo esprimere, o semplicemente la voglia di sperimentare e divertirci con outfit e abbinamenti mai provati prima, il rischio è apparire per quello che non siamo ed omologarci ad un Paese che ci vuole tutti uguali e non liberi di sentirci a nostro agio.
Diamo voce alla nostra personalità!
E voi, che risposte dareste a gli interrogativi presenti sopra?
Quando e come esprimete coerentemente il vostro stile? Ma soprattutto vi sentite liberi di farlo?
Fatemelo sapere nei commenti!
Davvero interessante e ben scritto! Che dire? Adorooooh